Pericoli, limiti ed effetti positivi sulla salute della posizione sulle spalle

di Heinz Grill

la posizione sulle spalle

sarvangasana – la posizione sulle spalle

 

Negli ultimi anni si classificava in Germania la posizione sulla spalle come un esercizio problematico e si avvertiva da parte della cassa malati la prassi incauta di questo esercizio. Il neurofisiologo Russell è arrivato alla conclusione che da una forte pressione nella zona del bulbo, definito anche midollo allungato, oblongato o mielencefalo, si sarebbe schiacciata l’arteria basilare e potrebbe avvenire addirittura l’ictus. (Vedi l’articolo di W. J. Broad in lingua tedesca sotto http://diepresse.com/home/leben/gesundheit/725775/Wie-Yoga-Ihren-Koerper-ruinierenkann, 01.10.201, in lingua inglese: http://www.nytimes.com/2012/01/08/magazine/how-yoga-can-wreck-your-body.html))

In generale la maggior parte delle avvertenze invece riguardano la pressione sul collo e la distensione della muscolatura cervicale (muscolo trapezio superiore, i corti muscoli del collo e le parti superiori del lunghissimo del collo, muscolo levatore scapulae). In generale, una pratica insana può causare ernie nella zona cervicale. Soprattutto per l’insegnante che insegna yoga appare importante di conoscere molto bene la posizione per evidenziare i limiti da un lato e dall’altro lato per stimolare i vantaggi che offre questa posizione.

Il moderno cittadino europeo soffre spesso di gravi tensioni e indurimenti dei muscoli cervicali e delle spalle, questo dato di fatto non esisteva come problematica quando 70 anni fa Sivananda suggeriva di mantenere fino a mezz’ora la posizione sulle spalle. Inoltre, il corpo dell’indiano dell’India è generalmente un po’ più morbido e flessibile di quello dell’europeo. Come conseguenza di questa tensione nella nuca e nelle spalle molto diffusa in occidente è consigliabile uno svolgimento solido e lento di Sarvangasana.

Iyengar descrive la posizione con un angolo di 90 gradi che esiste tra la testa, nuca appoggiate e il corpo che cresce esattamente in verticale verso l’alto. Questa pretesa di un allineamento esatto della schiena e delle gambe nella linea verticale sforza la nuca del praticante non addestrato e richiede il sistema d’appoggio, che stabilizza i dischi intervertebrali. Gli effetti curativi, i quali menziona Iyengar principalmente, si riferiscono alla tiroide e paratiroide, le quali attraverso il transennare/la chiusura forte del mento ricevono un maggior apporto di sangue. Inoltre dichiara effetti salutari per tutte le altre ghiandole endocrine e infine accenna effetti curativi sulla digestione e sugli organi addominali. L’uomo riceve nuove forze vitali, se esegue la posizione sulle spalle due volte al giorno.1)Vedi B. K. S. Iyengar “Luce su Yoga” pag. 143 e seguenti

L’effetto positivo per la salute della posizione sulle spalle non dovrebbe trovarsi tanto nella stimolazione della ghiandola tiroide, che viene massaggiata significativamente a causa della pressione di compattazione ricevendo così un apporto di sangue fresco, ma nella dinamica della colonna vertebrale, la quale viene dinamizzata in senso d’inversione, quindi contro la gravità verso il bacino e le gambe. Il muscolo trapezio ed il muscolo grande dorsale ricevono una stimolazione straordinariamente positiva, perché sono chiesti ad un uso della forza dinamica in modo rovesciato. Otto Albrecht Isbert descrive il beneficio della posizione sulle spalle nella ricarica con un’energia particolarmente positiva, ma non l’ha caratterizzata in maniera specifica.

Nella posizione sulle spalle la colonna vertebrale esercita un movimento d’inversione dinamico e si estende contro la gravità partendo dall’approccio superiore della colonna vertebrale toracico verso il basso nell’osso sacro e bacino. Nella vita quotidiana non si percepisce questo movimento, perché viene utilizzato più la posizione seduta e in piedi. Per questo motivo quel movimento rovesciato, praticato nell’esercizio yoga, assume una notevole importanza per la salute. Invertendosi non vengono soltanto sollevate le gambe, l’addome e il sistema di digestione con conseguente flusso sanguino alleggerito, piuttosto si eleva la colonna vertebrale contro l’abitudine verso l’alto, nel superamento costante di gravità e così la schiena, il bacino e le gambe si riforniscono con nuove forze di vita. L’attività, che viene effettuata in Sarvangasana e che richiede una specie di abilità ben proporzionata nonostante dinamica, porta all’energia armonizzante ed edificante.

La posizione sulle spalle come posizione inversa, proprio per opera di questa attivazione straordinaria della direzione del movimento, fa un effetto armonizzante e stimolante sul sistema digestivo. Inoltre, promuove un aumento dei processi escretori, perché come conseguenza del movimento dinamico della colonna vertebrale in direzione del bacino e della gamba il Prana viene indotto ad un completo Apana, che significa ad un movimento che scorre verso il basso. Questo movimento inverso del Prana porta ulteriormente ad una stimolazione dei nervi vago e tranquillizza il sistema vegetativo in generale. Su questa base del rafforzamento e armonizzazione dei gangli (ad es. del plesso cardiaco, plesso celiaco e plesso mesenterico), ha efficacia retroattiva sulla funzione della ghiandola tiroidea. L’influsso meccanico sulla tiroide attraverso la compressione dal mento sullo sterno nel senso di un’efficacia è di importanza secondaria.

Oggi per la maggior parte delle persone, la pratica della posizione sulle spalle richiede un procedimento lento. Per il principiante può essere molto utile lo slancio dall’alto verso il basso nella posizione, perché così si svolge l’accesso senza l’uso della forza e si evitano fissazioni iniziali. Anche uno slancio in cui le braccia sono tenute verso l’alto, è consigliabile.

Il praticante può alleggerire l’innalzamento delle gambe rotolando leggermente sulla schiena.

 

Un’attenzione speciale nella pratica della posizione sulle spalle merita il respiro. Se egli diventa leggero, profondo, toccando i fianchi e, in conformità con l’elemento aria, non si fissa troppo al corpo, si dissolvono più facilmente le tensioni in tutto il corpo. La posizione sulle spalle non è un esercizio con forza fisica, piuttosto ci si sperimenta attraverso la sua forza d’innalzamento dolce e leggera. Più facile viene sperimentato il respiro come elemento cosmico, più la posizione sulle spalle riceve una bellezza estetica. Ella appare come fluttuante verso l’alto piuttosto che spingersi in su in maniera faticosa mediante i muscoli.

Una volta che il praticante tiene in aria le gambe e il busto, può imparare lentamente ad attivare la colonna vertebrale toracica superiore, la regione tra le scapole. Per un buon esito di questa attivazione straordinaria, si percepisce la regione tra le scapole, si osserva le condizioni di tensione e si impara ad attivare gradualmente le vertebre con l’aiuto dei muscoli. Mentre una dinamica crescente scorre lungo la colonna vertebrale toracica superiore nella zona lombare, nel bacino fino alle gambe, i muscoli cervicali si estendono in modo fisiologicamente sensato, senza pericolo che i dischi si sovraccaricano al lato posteriore e ai lati. La tensione sviluppata fra le scapole alleggerisce anche i grandi vasi arteriosi come l’arteria vertebrale e l’arteria basilare.

Dal movimento in cui si cade all’indietro, il busto si innalza leggermente verso l’alto come una specie di contromovimento.

 

L’insegnante di yoga può toccare con un abile intervento manuale questa colonna vertebrale toracica superiore indicando e promuovendo così il movimento verso l’alto rispettivamente nel flusso ventrale e caudale della colonna vertebrale. Attraverso un tocco sia tra le scapole, sia allo sterno superiore fa si che si rende più consapevole questa regione che di solito è difficilmente accessibile.

Una limitazione nella pratica della posizione sulle spalle costituiscono le ernie cervicali, perché la colonna vertebrale cervicale ha naturalmente una lordosi e c’è il pericolo di un forte carico non più tollerabile nella situazione della malattia. Nella maggior parte le ernie si presentano lateralmente all’indietro, e per quel motivo la posizione sulle spalle dovrebbe essere sviluppata per inesperti in generale lentamente. Appena avviene il rafforzamento nella zona della colonna vertebrale toracica, le tensioni nella nuca si liberano in tempi relativamente brevi e si aumenta la flessibilità generale della colonna vertebrale cervicale. È un fatto che alla fine contrasta i problemi degenerativi.

La colonna vertebrale dovrebbe innalzarsi con una dinamica propria.

Se si esegue la posizione sulle spalle con questo approccio dinamico dalla colonna vertebrale toracica, la durata della posizione può aumentare, questo è un dato di fatto che viene praticato da yogin esperti intuitivamente e senza pericolo. Il suggerimento di Sivananda, di praticare la posizione fino ad una mezz’ora, diventa possibile in modo sicuro, quando il praticante non deve prendere la forza dalla regione del collo e delle spalle tesa e non si spinge verso l’alto in modo troppo unilateralmente supportandosi con le mani, piuttosto quando impara a portarsi verso l’alto in modo dinamico dal tratto superiore della colonna vertebrale Th2 fino circa Th6. Questa attività ha un massimo effetto salutare sulle ghiandole endocrine, però più indirettamente, attivando i nervi parasimpatici come anche i nervi simpatici del tronco simpatico sulla colonna vertebrale toracica, i quali stanno in relazione ai nervi parasimpatici. Perché questa attivazione dei plessi vegetativi conduce all’armonizzazione ormonale. Il sollevamento dei vasi sanguigni inferiori orientati verso le gambe e la pancia ha intensivamente influsso sull’eliminazione del ristagno e promuove la capacità escretrice del corpo comunque già stimolata.

Il flusso di energia di cui parlano i yogin e a cui attribuiscono un effetto straordinario ringiovanente e rivitalizzante, si sviluppa da un armonico e intenso Apana, da un raccoglimento in Samana e da un’attivazione del Vyana.

Anmerkungen

Anmerkungen
1 Vedi B. K. S. Iyengar “Luce su Yoga” pag. 143 e seguenti

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