L’approccio pratico alla salute

Nel vasto campo del benessere si trova una grande varietà di modelli nutrizionali, corsi di yoga, strutture per il benessere, video di consulenza e guide generali per uno stile di vita positivamente affermativo. Infine, le medie propongono lo sport, metodi diversi per il movimento, il nuoto, l’applicazione di acqua fredda e naturalmente, il rilassamento tempestivo. Ma che cosa si può fare, quando ci si accorge della malattia del suo prossimo? Partendo da un punto di vista esterno, sarebbe da criticare molto nei prossimi, convincendoli frettolosamente a uno stile di vita migliore. Nel caso di necessità bisognerebbe magari pagare un corso di yoga per una persona malata oppure indicarla un hotel benessere per fare vacanze? Oppure si riferisca in ogni modo al medico, chiedendo subito un appuntamento di consulenza per il malato? Oppure si potrebbe anche dire, come l’ha fatto il defunto medico, scrittore e antroposofo Otto Wolff, ai suoi colleghi in maniera eretica: “in caso di malattia diffidate degli ospedali e dei medici e proseguite sulla via dell’autoanalisi”. L’azione e la misura, valide per la domanda personale della salute, non devono affatto essere giuste anche per altre persone. Anzi, i buoni consigli perlopiù sono controproducenti e possono far sorgere non poca antipatia nella persona malata.

Per quanto riguarda l’approccio pratico alla salute, comunque, si rivelano infinitamente tanti consigli, libri, video, informazioni e quando una persona ora si ammala – una cosa che non accade raramente – potrà indicare ad altri un mucchio di consigli senza essere un medico. Tuttavia, la gran parte di persone si sente disarmata di fronte la questione della salute e quando sarebbero necessarie delle misure concrete, consistenti e chiare, non sono facilmente da scoprire e nemmeno da seguire.

Chi vuole approfondire le sue conoscenze rispetto alla salute sia per se stesso che che per i suoi consimili,, si confronti con la parola usata spesso, cioè olistico, in modo da trovare un approccio proficuo.Questo olismo non è necessariamente una questione di medicina complementare e non è certo una rapida valutazione dell’essere umano in tre parti, cioè corpo, anima e spirito. La parola olistico significa che l’individuo può rispondere alla domanda su se stesso, sulla sua posizione sociale in relazione ai suoi consimili e infine a un’idea globale della vera salute in un contesto maggiore. La salute e lo sviluppo a livello di anima, corpo e spirito sono strettamente legati tra loro. Ma che cosa significano delle forme di sviluppo spirituale reali? Si realizzano grazie al pensiero positivo e l’evitare del pessimismo? No, di certo non si tratta solamente di una forma di positivismo alla vita. Ogni progresso nel senso di uno sviluppo spirituale vero e ben scelto – per quanto si possa nominare questo concetto senza una definizione precisa –, ha un effetto favorevole sulla salute fisica. Se qualcuno per esempio, supera dentro di sé un vizio, sostituendolo con una virtù più consapevole e progressiva oppure con un’azione coraggiosa e moralmente nobile oppure anche con una saggezza adeguata, di conseguenza si evolverà spiritualmente. Al contrario, le regressioni che si manifestano a livello animico-spirituale e che si rivelano perlopiù con deficit morali, sconforto e varie debolezze, fanno perdere forze vitali all’essere umano e rendono più difficile la sua posizione all’interno di una vita relazionale integra e gioiosa. La questione dello sviluppo animico-spirituale e la salute fisica in ogni modo sono strettamente connesse fra loro.

Una meditazione sbagliata e un esoterismo superficiale possono danneggiare la salute

Da molti anni di lavoro in naturopatia e come docente per questioni di salute, per interventi psicoterapeutici e per l’accompagnamento di persone in processi critici di sviluppo fisico e spirituale, si possono dare alcune indicazioni chiare su come, da un lato, si possano ottenere grandissimi successi di guarigione e, dall’altro, si possano avere danni alla salute a causa di interpretazioni errate:

L’errore più grande che oggigiorno viene commesso da parte dello yoga oppure anche da loro che meditano, di fronte alle persone malate, è quello che non viene considerata abbastanza il rapporto concreto sia con la situazione della malattia che con la situazione dello sviluppo necessario. Se si vuole agire in modo da promuovere la salute, è necessario avere una buona idea dello sviluppo sano e dei comportamenti malsani che causano malattie. Molte persone che si dedicano alla meditazione, pensano che il malato possa alzarsi presto, sentirsi meglio e poter continuare la sua vita con gioia; oppure esprimono il desiderio che le forze angeliche buone vengano a prendere il malato per fargli superare i giorni difficili e restituirgli così una bella vita non solo sana, ma anche felice. Altri ancora pregano Dio e creano una forma d’irrealtà strana e soggettivamente rinchiusa. Ci sono comunque le più varie illusioni che predominano il campo della meditazione, della preghiera e delle affermazioni positive, tralasciando il confronto concreto sia con la malattia che con la situazione del malato.1) Una tipica affermazione si trova nel training autogeno, ad esempio quando l’allievo pronuncia le parole o immagina mentalmente: “mi sento sempre meglio ogni giorno. Sono inondato di vitalità”. Innanzitutto manca il confronto consapevole e abbastanza ragionevole con la questione dello sviluppo incombente.

Affinché si possa svolgere un’attività pratica a sostegno dei consimili che si sono ammalati, la prima misura da prendere è eliminare tutti i concetti illusori di Dio, tutte le preghiere passive con mancante visione concreta e tutte le affermazioni intellettuali o emozionali. Per esempio, vengono delle persone malate, dicendo che sono già state dal paragnosta, il quale le ha illuminate sulle cause karmiche della loro malattia, ma il karma sembra essere così grande – così affermano a volte le persone che sono coinvolte in queste appropriazioni esoteriche – che la salvezza non è ancora prevedibile. Un paragnosta comunque non vede la persona e nemmeno le vere cause che esistono concretamente, perché si immerge nelle illusioni della sua propria realtà soggettiva.2) Sebbene esistano messaggi dei paragnosta qualitativamente molto diversi, un paragnosta di solito riceve messaggi da una sfera astrale per lo più molto vincolata, sotto forma di voci o trasmissioni, che poi trasmette al cliente. Il paragnosta non ha elaborato personalmente i contenuti, ma si limita a riceverli per poi trasmetterli. Pertanto, il paragnosta non è lui stesso radicato nella competenza della materia. Manca l’instaurazione della relazione, l’esplorazione concreta delle circostanze, lo sviluppo della coscienza della materia e quindi manca il principio autocreativo. Come possono emergere da un paragnosta delle visioni vere, valide e oggettive di salute e malattia? Senza una percezione consapevole e osservatrice, non si toccherà mai l’orizzonte della salute. Per questo motivo bisognerebbe eliminare tutte le trasmissioni medianiche, quando si tratta di una consulenza di salute. Creano illusioni e circoli senza speranza, in cui non si può sviluppare un sano punto di vista di pensiero, sentimento e volontà. L’individuo malato ha bisogno di un orientamento mentale sano, ragionevole e quindi concreto.

Affrontare la malattia in modo concreto può rafforzare i consimili

In un secondo passo concreto nella questione della salute, l’individuo sviluppi un confronto con la malattia e questo non in forma timorosa, ma diretta e perspicua. Se si è raffredato, sarà però sfavorevole concludere di averne fin sui capelli (tedesco: “avere il naso pieno”). Bisogna piuttosto rendersi conto che nell’influenza o nel raffreddore, ad esempio, ci sono reazioni infiammatorie che hanno cause corrispondenti e attaccano l’organismo. Come appaiono i sintomi? Quando e in che forma compaiono? L’osservatore, se si limita a guardare il suo vicino secondo una chiara visione e percezione, può sviluppare un quadro ordinato delle reazioni che si verificano nel suo ammalarsi e può rendersi conto, se le condizioni sono più o meno gravi. Prima di praticare meditazioni e preghiere, egli instaura un rapporto chiaro e profondo con la sua controparte malata. Se si fosse fatta questa osservazione concreta più nel tempo del Coronavirus e non ci si fosse subito lasciati trasportare da tutte le paure, si sarebbe ottenuto un rafforzamento più positivo. Chi osserva la situazione della malattia e anche dello sviluppo possibile, in questa maniera concreta e immaginabile, con il passare del tempo si accorgerà che per esempio un raffredore si manifesta meno a causa dell’ipotermia, bensì perché nei rapporti personali predominano delle disarmonie, confusioni ed eventualmente limitazioni causate di malumore. Oppure nel caso di una persona obesa si osserverà che la vera causa per la condizione fisica non è solo l’alimentazione, bensì piuttosto problemi relazionali. Questa sorta di confronto con il quadro della malattia, come si rivela e con quali sintomi specifici è accompagnata, guida sostanzialmente a una percezione migliore della persona in riguardo. Praticamente sorge un primo rapporto, dal quale si possono trarre delle indicazioni sulle circostanze vere.

Chi si addestra in questo modo, con rappresentazioni concrete sulle malattie, familiarizzandosi in maniera crescente con la questione dello sviluppo, donerà delle forze energetiche ai suoi prossimi. Nel campo esoterico si parla così spesso delle cosiddette energie positive e ci sono tanti che mandano in giro le loro energie. Ma percepiscono veramente i loro consimili? Sentono e toccano la situazione della malattia dei suoi prossimi? Senza un confronto concreto e consapevole con la rispettiva situazione individuale dell’altro, non si può irradiare buone energie. Non godersi per troppo tempo queste illusioni che oggigiorno accadono così spesso nei circoli esoterici o alternativi! Il tempo è troppo prezioso per le fantasticherie esoteriche e anzi, si perde la possibile relazione ai suoi prossimi.

Il circolo personale, nel quale una persona si trova, fa altrettanto l’oggetto di osservazione, quando ci si confronta con una situazione di malattia. Quando in un ambiente una persona è particolarmente vitalizzata e “fuori”, può darsi che una persona esterna si accorge del fatto che in questo circolo un’altra persona deve ammalarsi. É successo per esempio, che un gruppo di persone in montagna nell’esuberanza delle emozioni celebrò il proprio rapimento speciale dalle illusioni della vita quotidiana. Un marginale che non riuscì a gestire questi sentimenti di gruppo, crollò improvvisamente, si esaurì e produsse una crisi epilettica. Per chi viene in un gruppo di montagna di questo tipo, è facile capire come le strutture malate colpiscano un terzo. Il gruppo che stava festeggiando, non ha sentito la mancanza del compagno malato nemmeno dopo ore. La malattia di solito non è solo una questione puramente personale e individuale.

Allo stesso modo, ci sono simbiosi nei circoli di amicizia o tra adulti e bambini che contribuiscono in modo significativo a un cambiamento di salute. Mentre alcune persone perdono forza, ci sono altre che ricevono una vitalizzazione speciale attraverso un legame illecito, che però non è bello ma unilaterale. Ad esempio, due sorelle gestiscono un hotel. Una di loro riceve giorni extra di riposo perché è in malattia, ma in realtà non è affatto malata, approfitta solo dell’essere in malattia. L’altra sorella deve gestire il hotel completamente da sola e cade in condizioni di esaurimento disperato che alla fin fine la portano a una grave malattia. L’irradiazione personale delle due sorelle è altrettanto appariscente. La sorella che fa malattia senza essere veramente malata, sembra essere molto rinchiusa; cerca il godimento, ma non entra veramente in contatto con altri, mentre la sorella responsabile per l’hotel dimostra una sorprendente capacità di empatia, nonostante delle forti limitazioni presenti.

Per questo motivo, non è raro che chi è malato sia molto più reattivo e naturale, empatico e relazionale, mentre altri che fissano attaccamenti forti, sono più in un peculiare egocentrismo con crescente antipatia o sgradevole emotività.

La risposta positiva alla domanda sullo sviluppo si irradia nel miglior modo sul corpo fisico

Per ultimo, si consideri delle domande di sviluppo necessarie. Ci sono tante persone colpite di una malattia, che si trovano prive di ogni visione per un’ulteriore prospettiva futura. A seconda del grado di una malattia, da un lato possono rivelarsi dei deficit di lunga data che si rispecchiano in certe debolezze, dipendenze oppure atteggiamenti poco affidabili oppure dall’altro lato possono essere presenti dei disturbi temporanei una tantum, come spesso accade con le infezioni o con la malattia Covid-19. La questione di sviluppo però, è molto difficile, perché necessita delle considerazioni scrupolose. Per chi vuole valutarla, deve formarsi con studi buoni di una scienza spirituale, di filosofia e con osservazioni sagge. Lo sviluppo non può essere un mero cambio della situazione professionale. Se qualcuno cambiasse per esempio, solo il suo esteriore campo professionale, perché non si sente contento nella sua professione, rimarrebbe comunque la domanda, come si possa svolgere un’evoluzione interiore nell’anima. La questione però dell’interiorità, è profonda e necessita di una ricerca saggia e ragionevole.

In una formazione spirituale non si tiene così tanto sui cambiamenti esteriori. Si manifestano piuttosto in misura crescente delle nuove prospettive mentali attraverso lo studio di contenuti spirituali, il confronto con i più vari esercizi dell’anima e le ricerche filosofiche sull’essere umano, scelte miratamente. Indifferente, se qualcuno si sente malato o sano, ci si può fare pian piano un’idea dello sviluppo animico-spirituale. Non è mica un successo progressivo di eccellenza, se qualcuno attraverso gli studi spirituali viene a conoscere la differenza fra attaccamento e un vero rapporto personale e se questa persona infine orienta la sua vita da maestro a seconda queste conoscenze? Il confronto con la questione di sviluppo però, non accade solo attraverso una mera dedizione alla religione, bensì attraverso un lavoro concreto con contenuti di testi spirituali, esercizi e prima di tutto, con le domande del senso della vita umana. Sarebbe troppo facile, se qualcuno disse: “ho incontrato la persona sbagliata e questa ha rotto la mia vita”. Dove sta lo sviluppo, se si dichiara l’altro essere un male, stilizzando se stessi la brava vittima? L’atteggiamento di vittima può diventare molto dannoso e può fermare lo sviluppo. Quali passi sono da fare? Perché si ripetono a volte dei trauma diversi? Con la questione di sviluppo, si tratta infatti del confronto con la necessità di prendere in mano il futuro, evitare delle azioni cieche, stabilire una vita di pensiero ordinato e oggettivo e approfondire lentamente le domande spirituali del senso della vita. Se la questione di sviluppo riceve una risposta positiva nella gestione della vita, si effettuerà un’irradiazione ottima sul corpo fisico.

Percepire e favorire la salute dei prossimi, sarà un compito futuro molto importante da apprendere per una gran parte del popolo.

Anmerkungen

Anmerkungen
1 Una tipica affermazione si trova nel training autogeno, ad esempio quando l’allievo pronuncia le parole o immagina mentalmente: “mi sento sempre meglio ogni giorno. Sono inondato di vitalità”.
2 Sebbene esistano messaggi dei paragnosta qualitativamente molto diversi, un paragnosta di solito riceve messaggi da una sfera astrale per lo più molto vincolata, sotto forma di voci o trasmissioni, che poi trasmette al cliente. Il paragnosta non ha elaborato personalmente i contenuti, ma si limita a riceverli per poi trasmetterli. Pertanto, il paragnosta non è lui stesso radicato nella competenza della materia. Manca l’instaurazione della relazione, l’esplorazione concreta delle circostanze, lo sviluppo della coscienza della materia e quindi manca il principio autocreativo.

One Reply to “L’approccio pratico alla salute

  1. Tutto avviene all’interno della mente, individuale ed universale…
    la malattia e il dolore fisico che l’accompagna sono strettamente ed intrinsecamente connesse con l’aldilà, e con la rivelazione.
    Dove c’è luce non può esserci ombra, oppure vale il contrario?
    Un caro saluto Heinz
    Ariele

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