Padmāsana, la classica posizione yoga, tradotto letteralmente significa “la posizione del fiore di loto”. Il fiore di loto appare simile a una ninfea che sale dalle acque melmose con le sue radici e il suo stelo, sollevandosi in un meraviglioso fiore aperto di colore bianco o rosa sul pelo dell’acqua. Il fiore di loto è un simbolo per la meditazione e vuole mostrare la sorprendente differenza fra le parti più scure e legate al corpo, rispetto alla realtà chiara, luminosa e libera che il fiore segnala.
Per la meditazione ci vorrebbe una posizione da seduti stabile, per avere una base naturale stabile e tranquilla, nella quale il corpo fisico può inserirsi. Le persone più anziane possono usare una sedia. Innanzitutto è importante che la colonna vertebrale sia mantenuta diritta, senza appoggiarsi allo schienale e che il capo rimanga libero. Esistono anche fonti secondarie dell’antroposofia che chiamano la posizione del loto “posizione luciferiana”, cioè una posizione che sfugge dal mondo. Questo perché le piante dei piedi si mostrano in maniera del tutto insolita verso l’alto, mentre nella posizione da seduto sulla sedia aderiscono tranquillamente al suolo. Ma queste differenze dettagliate non sono essenziali. La posizione del loto, tra tutte le posizioni yoga, dona la centratura energetica più naturale e per questo motivo dona alla meditazione una base libera e aperta per le relazioni.
Quando il corpo, raccolto in se stesso, riposa nella posizione del loto come l’acqua tranquilla di un laghetto che dona un’atmosfera naturale e idilliaca, la forza del pensiero e la concentrazione possono sollevarsi in maniera leggera e libera. Questi sottili flussi donano al così detto corpo eterico, cioè alle forze vitali dell’essere umano, un’ottima base. Alle persone che hanno un orientamento antroposofico e che evitano lo stare seduti al suolo e preferiscono sedersi su una sedia, comunque farebbe molto bene riuscire a creare una base abbastanza raccolta. Nel momento in cui sono sedute sulla sedia, dovrebbero raddrizzare la schiena, partendo dalla regione sacrale, elevando poi il centro del busto in modo che la testa appaia portata liberamente.
Quando il corpo è raccolto ed eretto tranquillamente e il respiro rilassato scorre liberamente, dopo un certo lasso di tempo, l’osservazione della fronte può donare una percezione molto sensibile. La fronte infatti è il luogo, dove è localizzato il latente così detto terzo occhio, chiamato tecnicamente l’ājña-cakra, e quando questo viene percepito con più consapevolezza, si crea già una prima sorta di calma. Nel posizionare una chiara rappresentazione immaginativa di un contenuto spirituale davanti alla fronte, osservandola e praticando una concentrazione libera, il praticante si accorgerà presto di potersi appropriare della capacità di osservare il pensare e gli oggetti del pensiero e di poterli indirizzare in una certa direzione. È meglio lasciare gli occhi aperti, ma senza che girovaghino troppo, in modo che non si creino dei momenti di stanchezza inconscia o delle visioni oniriche.Per la meditazione ha già un gran valore se il corpo fisico riesce a calmarsi in maniera raccolta e la testa si predispone a un’osservazione chiara e tranquilla. La posizione come tale, nel senso di una bella posizione a sedere, armonizza tante correnti energetiche del corpo fisico. Per un’attività di meditazione approfondita però, ci vogliono degli ulteriori passi mentali, come una concentrazione mirata su contenuti di pensieri consapevoli. Inizialmente però, una posizione di questo tipo, grazie alla buona percezione e differenziazione, può comunque donare una prima consapevolezza molto valida di una libertà mentale dal corpo.
Sebbene i piedi si mostrino verso l’alto, la posizione del loto non esprime dei sentimenti che sfuggono dal mondo, ma anzi dona una piacevole sensazione dell’essere nel corpo e allo stesso tempo i pensieri si liberano.
La forma un po’ più semplice della mezza posizione del loto con un cuscino per sedersi.
Secondo un’opinione antroposofica comune, la posizione del loto è una posizione che sfugge dal mondo, mentre la posizione a sedere sulla sedia è vicina alla madre terra.
Tuttavia quando si osservano attentamente le correnti energetiche del corpo, ci si accorge che la percezione è proprio l’opposto. A causa della posizione seduta su di una sedia, sarà più difficile raccogliere il corpo come prevede la meditazione, perché il corpo non è racchiuso tra gli arti inferiori. La volontà non riesce così facilmente a raccogliersi. Queste sottili percezioni che il corpo riesce a sentire grazie alle sue forze vitali raccolte, possono essere di aiuto per la meditazione, ma non saranno necessariamente importanti per il successo di una buona meditazione. La posizione a sedere non possiede nessuna conseguenza morale.