Come si sviluppa il movimento?
Ogni fenomeno che subisce un cambiamento spaziale all’interno di un’unità misurabile temporalmente è generalmente chiamato movimento. Ci sono varie forme di movimento, politico, fisico, lineare, curvo ecc. Il fenomeno del movimento è sempre caratterizzato dal cambiamento in relazione ad un punto di riferimento fisso. La locomozione rappresenta tale manifestazione all’interno dello spazio.
Per quanto riguarda l’osservazione del movimento, sia esso espresso come danza artistica, esercizio di yoga o movimento umano in generale, è importante la distinzione semplice che un corpo fisico non può spostarsi localmente e nella sua componente spaziale senza una spinta o forza aggiuntiva. Come una pietra la quale cade dalla montagna grazie alla gravità e che è messa in moto da una forza esterna, cosi il corpo fisico dell’uomo deve ricevere un’alimentazione energetica dall’esterno per poter attivare la cosiddetta funzione motoria.
Il movimento negli esseri umani
Gli impulsi nervosi più diversi, sia volontari che involontari, ovvero guidati consapevolmente o reagendo in modo vegetativo inconsapevole, portano l’acetilcolina alle cosiddette terminazioni delle placche motrici, grazie alle quali i muscoli vengono stimolati e rispondono con il movimento. Un corpo fisico sarebbe completamente immobile senza questa guida/condotto d’impulso che raggiunge il corpo dall’esterno e che si trasmette attraverso i vari nervi. Per quel motivo la muscolatura non si trova all’inizio del movimento. E neanche gli impulsi nervosi, che ancora prima della muscolatura donano il loro rafforzamento iniziatore attraverso la trasmissione degli stimoli, sono in grado di spiegare il fenomeno reale all’origine del movimento. L’origine di ogni movimento si basa su un mistero più grande che è al di là degli occhi e, in un primo momento, anche al di là dell’esplorabilità misurabile. I cambiamenti esterni nello spazio che un corpo umano fisico compie ogni giorno, sono l’espressione di un’azione di forza più grande e superiore che si verifica attraverso il corpo e persino attravero i nervi portatori di consapevolezza, e rivelano il fenomeno cinetico dell’uomo.
Mentre il corpo fisico mostra una struttura statica attraverso la sua costituzione terrestre, le sue ossa, i vasi, le fibre e le varie sostanze esistenti, i vari processi energetici, che vengono trasmessi attraverso la vivace volontà umana, causano la vita motoria proprio attiva. Il corpo sarebbe soltanto corpo, soggetto a gravità e immobilità se non fosse mosso da un’anima respirante e se non fosse mosso da liquidi che mantengono un’azione di forza vitale. Il respiro precede il movimento e, a seconda di quanto sono potenti le inondazioni della bramosia umana, l’anima entra respirando nell’esistenza terrena attraverso molte forme d’espressione mobili.
I modelli comuni di spiegazione non sono sufficienti
I modelli esplicativi che oggigiorno interpretano il movimento in riguardo alla sua interazione, sia chimica che fisica, partono dalle osservazioni sul corpo fisico per arrivare a spiegare tutti i fenomeni all’interno della realtà afferabile con i sensi. Ad esempio, nel testo “Yoga Anatomie” di Leslie Kaminoff c’è scritto a pagina 17:
La respirazione, l’assorbimento dell’aria nei polmoni e l’evacuazione dell’aria dai polmoni è causata da una deformazione tridimensionale del torace e della cavità addominale. Tale definizione di respiro spiega non solo cosa succede, ma anche come avviene. Questo ha profonde implicazioni per la pratica dello yoga, perché ci porta ad affrontare la spina dorsale.
Lo yoga, ma non solo, anche la medicina convenzionale, descrivono i fenomeni di movimento come interconnessioni, ma solo come interconnessioni che riguardano i diversi sistemi corporei. La respirazione viene davvero causata solo dalla deformazione tridimensionale dei muscoli confinanti al respiro? Ad ogni respiro, così è stato detto, si muovono non solo il diaframma, il torace e l’addome, ma si modifica anche la colonna vertebrale. Si può addirittura dire che con ogni piccolo movimento – sia esso un movimento respiratorio o un movimento muscolare di un arto – tutto il resto del corpo tiene sempre conto di una fine percezione e risonanza. Tuttavia, la questione della provenienza del movimento e quale dimensione animica-spirituale è alla base, non viene presa in considerazione in queste interpretazioni, anche se esse vengono generalmente già chiamate modelli olistici.
Che ruolo svolge il corpo eterico per il movimento?
Il corpo eterico dell’uomo, che secondo l’antroposofia rappresenta dopo il corpo fisico la parte/membro sostanziale più fine, può aprire una prospettiva molto importante per la spiegazione del movimento. Che cos’è questo corpo eterico? Che cosa significa il flusso eterico che non è visibile agli occhi eppure risulta percepibile come un sentimento di vita all’interno del corpo? Lo Yogin parla di prana, e intende con questa parola respirare, che è composto da “pra”, che significa “emergere in fuori”, ed “na”, che significa “soffiare” o “respirare”. Dalle tradizioni storiche, esso collega il respiro con i processi energetici che avvengono nel corpo. Respirare significa muoversi e, se si respira bene, è possibile utilizzarlo per energizzare il corpo e aiutarlo a compiere i movimenti più sorprendenti. Tuttavia, ci sono molte tecniche ed esperienze diverse per quanto riguarda il modo in cui si usa la respirazione. Il corpo eterico dell’uomo è una specie di corpo energetico, il corpo “pranico” se lo si volesse tradurre per semplicità, ed esso è influenzato in modo decisivo dal modo in cui avvengono il ritmo e la qualità della respirazione.
Visto dal punto spirituale, il corpo eterico dell’uomo lavora secondo il principio dell’assenza di gravità e di essere per se in movimento. Come tutta l’energia è solo disponibile in maniera libera muovendosi, così il flusso dell’elemento eterico e fine-materiale è disponibile alla vita, perché è continuamente attivo in un “su e giù”. Il corpo fisico può liberarsi per momenti dalla gravità portandosi in linea verticale con la colonna vertebrale. Ma come può realmente accadere quest’innalzamento? Prima di tutto è il corpo eterico che trasmette la forza di erigersi contro la gravità. Ma come fa questo corpo eterico a attivare più precisamente quest’innalzamento?
I nervi sensoriali cambiano la qualità del movimento
In generale, la spiegazione della medicina tradizionale parla di nervi efferenti, i cosiddetti nervi motori, che mediano gli impulsi di movimento. Secondo le opinioni abituali, con l’attività motoria si pensa al movimento partendo da un centro verso la periferia e si tende a enfatizzare eccessivamente i sistemi muscolari nella loro attuazione di potenza/delle forze. In questo modello generale di pensiero i nervi sensoriali o le vie afferenti che portano la percezione dalla periferia al sistema nervoso centrale ricevono pochissima attenzione.
Mentre l’attività motoria appare inizialmente come l’esecutore visibile del movimento, non sono presi in considerazione la percezione e i sistemi sensibili, che nella loro disposizione quantitativa sono di più che dei sistemi efferenti o cosiddetti motori. Il sensibile impulso nervoso o la percezione, che viene trasmessa dalla periferia al sistema nervoso centrale, avviene in modo consapevole o inconsapevole. Se, per esempio, viene effettuata la percezione molto consapevolmente durante l’esercizio yoga, rappresenta un momento di tranquillità o, in altre parole, di immobilità. Ogni pensiero considerato consapevolmente e ogni momento di attività sensoriale percepita consapevolmente, agisce come un freno di fronte alla volontà propulsiva. Il silenzio emerge per un attimo e l’ambiente circostante assume proporzioni impercettibilmente diverse. La sensibile esperienza consapevole con un chiaro contenuto di immaginazione e con una percezione crea proprio quella situazione in cui il proprio corpo fisico retrocede e l’ambiente può essere sperimentato in modo nuovo. Lo spazio interno del corpo si raccoglie, mentre lo spazio esterno appare più ampio. La sensibile esperienza consapevole è paragonabile al lasciar andare il corpo fisico.
Il principio del raccoglimento e dell’espansione nel movimento
Nel corpo eterico in movimento vive un infinito “morire” e “divenire” o, detto in altre parole, il continuo raccogliersi ed estendersi nuovamente. Un movimento porta sempre ad un contro movimento che, se lo si guarda da vicino, è come nella camera cardiaca in cui entra il sangue, si ferma per un momento quasi smisurabile e infine esce di nuovo con la sistole in un grande movimento. Il movimento nasce dal momento del silenzio, cioè dal momento del distacco si accende l’energia che rende possibile il movimento.
I nervi sensibili sono insostituibili per il movimento, perché forniscono le basi che in seguito accendono gli altri singoli processi chimici, e sono loro che rendono possibile che può avvenire una specie di assenza di peso necessaria per il movimento. Per ogni movimento – per quanto vitale sia stata allenata in palestra – è sempre necessario un momento di distacco, un momento di raccolta, di sensibilità, affinché la locomozione, il successivo cambio di posizione possa entrare nella sua fase di nascita.
L’arte del movimento
Studiando queste leggi dei nervi sensibili e allenando il movimento non solo in modo puramente meccanico, ci si rende lentamente conto che l’elemento del distacco, della liberazione da ogni fissazione fisica, apre all’arte leggera ed elegante del movimento. Questo è anche il motivo per cui il respiro libero è così importante per un’attività di movimento bella e leggera, in quanto se si fissa ancora troppo il respiro al corpo, l’espressione dei singoli esercizi di yoga spesso assumono una pesantezza molto fisico. La danza, nella quale il respiro rimane leggero e che si basa su un’attenta coreografia, cioè una rappresentazione chiara, di solito esprime movimenti più leggeri di quelli che vengono eseguiti nel comportamento respiratorio spesso con presupposti meccanici. Alla fine però fanno parte anche le rappresentazioni unilaterali ed orientate sul corpo, che sono i muscoli, che rendono disponibile le uniche potenzialità di forza e che rappresentano il movimento ben riuscito.
Per il movimento con il respiro libero sono indispensabili le immagini esattamente rappresentate e collegate al movimento, perché queste creano proprio quelle forze eteriche in una relazione alla tensione e rilassamento necessarie affinché il corpo possa assumere la sua nuova forma desiderata in modo leggera e contro la gravità. Il momento di lasciar andare e quello di afferrare di nuovo sono forme di movimento imitate che il corpo eterico compie naturalmente, e quelle possono trovare la loro bella e libera espressione nell’asana, nell’esercizio corporeo dello yoga.
Il momento dell’assenza di gravità nel movimento
Un esercizio molto difficile, mostra in modo figurativo i momenti in cui si lascia andare e quelli in cui si deve nuovamente raccogliere. La posizione sulle mani, vrksasana, partendo dal corvo, bakasana, forse potrebbe essere effettuata attraverso tanto allenamento. Rivolgendosi alla rappresentazione di come consegnare il corpo all’assenza di gravità per momenti e raccogliersi, il praticante di solito porta l’asana alla perfezione molto più velocemente. Allo stesso tempo, l’espressività riceve attraverso l’attività rappresentativa una sorta di distacco corporeo e rimane una dimensione sensibilmente aperta . La bellezza del movimento è infatti caratterizzata dalla consapevolezza e dalla libertà dal corpo. La volontà rimane ponderata e l’attività viene nobilitata dalla consapevolezza luminosa e sensibile.
La verticale sulle mani è un esercizio molto difficile. Esercizi più facili come il saluto al sole, o movimenti più semplici ancora, possono essere eseguiti da chiunque con questa idea di libera respirazione, con l’attività di immaginazione e, infine, con l’abbandono e un giusto riprendere.