Di Heinz Grill
I disturbi più frequenti dell’apparato locomotore sono le ernie discali, che solitamente sono accompagnate da dolori e irritazioni nervose, poi le forme di artrosi che provocano una crescente calcificazione e irrigidimento delle articolazioni, e chiaramente anche le malattie infiammatorie che spesso sono dovute a reazioni autoimmuni.

Da alcuni decenni, gli esercizi yoga sono considerati un aiuto ideale per arrestare i più svariati disturbi alla schiena o le degenerazioni che si verificano nell’apparato locomotore. Sono stati pubblicati numerosi libri con sottotitoli come “Praticare lo yoga in modo anatomicamente corretto”, che descrivono posture precise, le quali favoriscono sia la staticità del corpo, sia la muscolatura e la postura armoniosa complessiva. Rispetto a questo tipo di titoli, l’arte terapeutica qui descritta assume una sfumatura diversa e potrebbe essere definita con le parole: “praticare lo yoga in modo eterico corretto”. Nel modo in cui gli esercizi sono presentati in questo manoscritto, non è il corpo fisico con le sue condizioni visibili ad avere la priorità e quindi il movimento non deriva direttamente dall’anatomia, ma è il prāṇa, i flussi di energia vitale, gli impulsi eterici che interagiscono tra loro, al fine di interpretare il trattamento curativo dell’apparato locomotore. Il corpo non costituisce quindi il punto di partenza immediato per l’apparato motorio, ma è piuttosto l’anello finale del lavoro con la coscienza e alla fine assorbe gli impulsi curativi di determinati contenuti mentali che diventano forze eteriche.
Con questa semplice rotazione in una normale posizione seduta, il praticante allena in modo naturale la capacità di raddrizzarsi e di ruotare la colonna vertebrale toracica, che per sua natura è in grado di compiere rotazioni straordinarie. Ai fini dell’allenamento del corpo eterico e di una dinamica di movimento che va oltre la forma anatomica, questa semplice forma di esercizio deve essere inevitabilmente accompagnata da pensieri ampliati, poiché questi introducono una sorta di nuova dinamica nell’intero apparato motorio. A tal fine sono adatti i seguenti pensieri: la testa con gli organi sensoriali riceve in modo sensibile le osservazioni che riguardano sia il proprio corpo che l’ambiente circostante. Dal centro, dalla colonna vertebrale toracica inferiore e centrale, coinvolgendo anche la regione lombare, e partendo dal sacro, una dinamica si propaga costantemente verso l’alto nella linea verticale. La seduta può essere osservata come terzo elemento e rimane calma e stabile.


Quando la pratica si svolge con questi contenuti che ampliano la coscienza, questa attività sensibile genera nuove forze vitali che fluiscono verso il corpo, lo permeano e lo plasmano in maniera estetica e allo stesso tempo salutare. Una luce si accende alla periferia, come il tocco di un occhio che trasporta della luce e questa luce favorisce la strutturazione, in modo che la pelle acquisisca una piacevole simpatia. Il raddrizzamento non avviene tanto per volontà intenzionale che contrasta la forza di gravità, quanto piuttosto per la delicata azione di forze di leggerezza e per l’impulso luminoso ed edificante del pensiero. È come, quando il sole al mattino tocca la pianta e solleva le foglie dalla pesante rugiada nell’aria. Le sensazioni acquisiscono un ordine naturale e il corpo, grazie al flusso eterico, si solleva per alcuni istanti dalla densità fisica.
Per la guarigione dell’apparato locomotore, sembra molto sensato concentrare l’attenzione sul tessuto connettivo. Questo è costituito da fibre elastiche di collagene e da associazioni di cellule reticolari interstiziali che formano una guaina e partecipano alla difesa immunitaria. Queste cellule immunitarie reticolari rappresentano una grande percentuale del tessuto corporeo totale e possono svolgere un ruolo speciale nei processi infiammatori.

In tutte le tendiniti, tensioni, ernie discali e limitazioni degenerative generali, i muscoli mossi costituiscono una causa significativa di dolore e di ulteriori limitazioni. È possibile che i nervi nei punti di uscita della colonna vertebrale siano irritati e causino dolori lancinanti periferici che a loro volta mettono i muscoli in notevole tensione. La causa di questi disturbi, percepibili a livello muscolare, deriva tuttavia principalmente dalle diverse parti del tessuto connettivo, poiché questo reagisce in modo estremamente sensibile alle diverse influenze del sistema nervoso autonomo. La malattia non ha quindi origine nei muscoli, ma in determinate influenze che l’apparato locomotore umano riceve maggiormente nei suoi strati connettivi e più profondi.
Cosa significa il movimento che si svolge sui collageni elastici, sui muscoli e, in ultima analisi, sullo scheletro? Il movimento è in ogni caso un grande fenomeno dell’intera creazione del mondo. Esprime la volontà di passare a un livello successivo di sviluppo.
L’apparato locomotore tende ripetutamente alla patologia e la sua guarigione richiede una volontà ben orientata e mirata. Ogni movimento umano è un’attività volitiva. In misura ragionevole, il praticante dovrebbe sperimentare il corpo attraverso il gioco estetico e aggraziato del movimento e dovrebbe sperimentare la percezione sensibile nella massima libertà e con consapevolezza. Questa volontà orientata all’obiettivo, dovrebbe svilupparsi il più attivamente possibile in diversi ambiti della vita, in modo che l’apparato locomotore riceva un’energia eterizzante costante e, partendo da essa, rimanga giovane, dinamico e morbido.
Di solito, non è la muscolatura a ammalarsi in primo luogo, ma il mesenchima, il tessuto connettivo. In particolare, il reticolo interstiziale che forma degli involucri, assorbe molto spesso le influenze vegetative dell’ambiente, come anche le diverse emozioni che esistono soggettivamente e in generale. Di conseguenza, questo reticolo inizia a proiettare reazioni infiammatorie, irritanti e disturbanti sull’intero apparato locomotore, causando così patologie. Le fasce del corpo nei loro diversi tipi, sia la componente elastica-collagene che il tessuto di riempimento, possono essere viste come un sistema di comunicazione. Insieme alla linfa, sono spesso acquose e quindi molto ricettive. Il tessuto connettivo diventa particolarmente ricettivo, quando una persona svolge troppe attività sedentarie e, in generale, fa troppo poco movimento. I dischi intervertebrali, ad esempio, si dislocano, quando la muscolatura autoctona si indebolisce e si perde la tonicità di una volontà orientata agli obiettivi. L’apparato locomotore, per rimanere sano, ha bisogno di dinamiche di movimento significative e stimolanti.
Per stimolare il tessuto connettivo in modo sensibile da parte della coscienza e per non abbandonarlo agli impulsi vegetativi inconsci, è di fondamentale importanza l’uso di una chiara attività mentale e lo sviluppo guidato dei sensi con obiettivi precisi. Spesso un’ernia del disco con forti dolori si verifica, quando la persona si abbandona alle influenze suggestive del tempo e non realizza i propri obiettivi mentali.
Per la guarigione dell’apparato locomotore appare opportuno il seguente approccio:
- Non solo grazie al movimento, ma soprattutto grazie a un’alimentazione ricca di acido silicico si alleviano molte parti del corpo. Pertanto, l’alimentazione non dovrebbe mai essere trascurata nelle patologie dell’apparato locomotore.
- In caso di dolori all’apparato locomotore, non si dovrebbe prestare troppa attenzione alle zone doloranti. In caso di ernia del disco nella parte bassa della schiena, è opportuno dinamizzare e rafforzare la parte centrale della colonna vertebrale toracica, in modo da alleggerire la parte bassa della schiena.
- Le posture di protezione che inevitabilmente si assumono e che portano le persone ad evitare determinati movimenti, sono estremamente pericolose. È utile che il praticante si ponga obiettivi molto chiari, in modo da non lasciarsi spingere dal dolore a evitare certi movimenti e a ritirarsi dalla vita, ma piuttosto a sviluppare gradualmente nuove possibilità di movimento.
- A poco a poco, le limitazioni causate dalle restrizioni dovrebbero essere superati con l’aiuto dei vari esercizi che iniziano prima nell’immaginazione, poi si svolgono nell’osservazione dell’applicazione e infine vengono realizzati nella pratica.
- L’attività mentale sana e orientata agli obiettivi, attiva forze eteriche che in prima istanza, si trasmettono positivamente all’intero tessuto connettivo, contrastando così le tendenze inconsce. Il tessuto connettivo ha fondamentalmente bisogno di molta di questa dinamica silicea che nasce dai pensieri e dalle concezioni orientate agli obiettivi.
- Quando ci si prefigge degli obiettivi per esercizi piacevoli con l’’intento di modellare esteticamente il proprio corpo, si otterrà un effetto molto benefico per la salute dell’apparato motorio. Praticare esercizi solo per il desiderio di stare bene, è una motivazione ancora largamente insufficiente.
Questo articolo è un estratto dal libro appena pubblicato in lingua tedesca: Das große Buch der Heilkraft durch Yogaaktivität (Il grande libro del potere curativo attraverso lo yoga).


