Logica e leggi della salute XVI –
La depressione

Articolo di Heinz Grill

Le persone affette da depressione devono svolgere un’auto-attività molto particolare. La sensazione di letargia, disperazione, stanchezza e mancanza di interesse per la vita è, se considerata in profondità, una sensazione che in realtà nasce dal corpo. Perché essa sgorga dal corpo come un geyser? Non sono forse cause esterne, come fallimenti nelle relazioni o insulti, a penetrare spesso – senza essere elaborate – negli organi, così che l’individuo sviluppa un atteggiamento scoraggiante nei confronti della vita? Sebbene gli stati depressivi e persino quelli più duraturi, siano sempre scatenati da influssi esterni, la reazione si sviluppa comunque dalla natura organica del corpo. Il malcontento del fegato, ad esempio, sale fino alla coscienza e la sconvolge con le più varie cariche avvolgenti.1) Il “malcontento del fegato” è una descrizione del fatto che, in senso esoterico, tutte le esperienze inconsce, gli stati d’animo e le impressioni, sono immagazzinati negli organi e, a seconda della costituzione degli organi, si riflettono nella coscienza o nel sistema nervoso. La malavoglia per la vita sorge quindi dalle profondità del corpo e si impossessa di tutti i processi sensoriali e infine di tutti i sentimenti naturali, appesantendoli.

Una delle principali cause invisibili, ma sempre presenti nella depressione, è la dipendenza da certe persone o da sensazioni di successo superficiali. L’individuo si sente emozionalmente portato al limite, deluso e alla fine ha bruciato le proprie energie. Tuttavia, uno sguardo più attento alla psiche della persona depressa mostra che è presente una certa paura di essere libera e spesso anche una dipendenza emotiva che di solito inizia in famiglia e continua nelle relazioni future.

Molto spesso la depressione è accompagnata da strane ambizioni religiose che la persona affetta produce in una sorta di dipendenza. Nella mente della persona colpita di depressione, Dio appare come un essere irraggiungibile o un’autorità intoccabile che l’uomo può accettare solo in buona fede e deve quindi sottomettersi passivamente al destino. Nelle fasi depressive, si nota quasi sempre una mancanza di determinazione e di forza di volontà, una circostanza che innesca un circolo vizioso di dipendenza dagli altri e, eventualmente, dalle varie autorità della società. Ma l’animo in preda alla malinconia, tende particolarmente a pregare e ad aspettarsi aiuto da quella presunta autorità superiore che si trova in un lontano cielo. Se le preghiere ora non vengono esaudite – e questo accade quasi sempre – la malattia assume un carattere cronico. Spesso l’individuo si lega al cosiddetto bene e di rimando afferma che nel mondo c’è molto male. Di conseguenza però, non riesce a trovare veramente il bene, nella vita si scontra con ogni genere di avversità e questa circostanza spesso lo porta alla disperazione.

Per curare la depressione, bisognerebbe esaminare più attentamente il concetto di Dio. Si tratta di un’autorità superiore che risiede in cielo? Oppure è semplicemente una fantasia che può offrire consolazione ideologica all’uomo disperato per terra nel suo esaurimento? Nessuna di queste due forme, né quella di definire Dio come un essere superiore, indescrivibile e inviolabile, né quella di abolirlo per ideologia immaginaria, può fornire una risposta soddisfacente. È quindi importante, compiere un passo nello sviluppo della coscienza verso una questione esistenziale più elevata o più grande che può rafforzare le persone in ogni modo, attraverso la corretta concezione e visione della realtà.

Per quanto possa sembrare difficile in molte situazioni della vita, è tuttavia necessario dare una forma concreta e chiara a questo concetto di Dio, spesso così sfortunato, e ciò vale soprattutto per le persone depresse. La sottomissione che deriva da un mancante orientamento personale e le conseguenti false forme di devozione, rappresentano spesso un problema che deve essere affrontato. Che cos’è Dio, quella realtà superiore? È l’elemento superiore dell’esistenza che vive dentro o fuori l’uomo, l’essere invisibile, onnipervadente e originale? Dio è il vero pensiero che sta all’inizio di ogni creazione. Proprio come un edificio inizia con pochi pensieri dell’architetto, allo stesso modo l’intera creazione del mondo vive di una moltitudine di pensieri. Ogni albero, ogni pietra, sono formati da un pensiero e questo è, in principio, una sostanza di luce. Grazie alla coscienza, gli esseri umani hanno la capacità di formulare un pensiero e successivamente di realizzarlo. Quando uno scalatore concepisce una prima salita, la sua avventura inizia con l’idea della via di arrampicata e si concretizza poi attraverso le varie attività. Ma se non ci fosse il pensiero, l’uomo non scalerebbe mai una via d’arrampicata. In ultima analisi, l’esistenza umana dipende dalla capacità di formulare pensieri e di metterli in pratica nel modo appropriato.

Per guarire dalla depressione, la persona colpita ha bisogno in ogni modo dello sviluppo consapevole di una vera immagine di Dio o, per dirla in altro modo, di un vero concetto di pensiero.2) Nella sua conferenza del 1913 a Praga, Rudolf Steiner parlò della necessità di ampliare il proprio concetto di Dio: “Si dovrebbe cercare di approfondire il proprio concetto di Dio, si potrebbe anche dire: di elevarlo. Ogni concetto di Dio si avvicina soltanto a Dio, nessuno lo può comprendere. Si parla di panteismo e teismo, ad esempio, come se l’uno escludesse l’altro; in realtà, però, si è entrambi, perché di giorno l’uomo è panteista, di notte più teista. Panteismo significa, sperimentare attivamente la divinità nel mondo. Nel teismo, si sperimenta la divinità che veglia sul mondo, come in un sonno chiaroveggente. Non si può fare affidamento sulle prove, ma “chi si sforza, può essere redento”. È importante soltanto che non si vuole stare fermi, che si vuole andare oltre ogni punto di vista. La verità è sì una, ma è molteplice nelle sue rivelazioni”.
(Rudolf Steiner, Tod un Unsterblichkeit im Lichte der Geisteswissenschaft, O.O.69d, pagg. 350)
Né la negazione che il pensiero come autorità si trovi all’inizio di ogni attività, né l’adorazione obbediente del Dio presunto in cielo, possono fornire una via d’uscita al malcontento che sorge dagli organi e si impossessa della coscienza.

Per questo motivo, gli episodi depressivi possono talvolta essere gestiti molto bene, se la persona colpita non si lascia sprofondare troppo nei sentimenti passivi, se riflette sui buoni propositi per la propria vita e alla fine li mette in pratica. Bisogna usare molta cautela, per quanto riguarda le preghiere, poiché il più delle volte si pronunciano solo suppliche senza alcuna consapevolezza. Bisogna educare se stessi a una mente con idee molte chiare. Evitare consapevolmente di lamentarsi e piagnucolare, impegnandosi allo stesso tempo in conversazioni significative e attività utili, sono discipline preziose che in genere hanno sempre un effetto positivo. In pratica, nella fase depressiva, bisogna sforzarsi di pensare molto bene un pensiero e poi realizzarlo. Ci vuole coraggio per non rendersi dipendenti dalle sensazioni fisiche, ma per dedicarsi a pensieri consapevoli con un bel contenuto e per svilupparli.

Riassumendo, si può quindi dire: non aspettatevi aiuto da Dio o da qualche estraneo, ma fate ogni giorno un piano di attività, ponetevi degli obiettivi e verificate la sera, se questi sono stati effettivamente raggiunti. Bisogna imparare a liberarsi dai sentimenti depressivi e dedicarsi ad attività sane. L’individuo non deve neanche dipendere dal successo o dal fallimento.

In buone condizioni, il fegato è attivo nel corpo con un potere plasmante. Se invece è indebolito, può appesantire la coscienza verso l’alto e causare stati depressivi.
La supplica di solito fa ricadere le persone in se stesse e in questo modo favorisce le tendenze depressive.
Ornithogalum umbellatumIl fiore di una pianta è un’espressione di luce. Circola armoniosamente con il cosmo. Lo studio dei fiori apre i sensi a un prezioso fenomeno naturale. Questa circolazione di luce dovrebbe avvenire anche nell’uomo attraverso un contatto consapevole.
Il senso della forma, fornito dall’esercizio, apre una prima nuova prospettiva di coscienza. L’audace passo su una gamba sola e l’espansione del corpo, possono accendere correnti vivaci che hanno un effetto antidepressivo.

Anmerkungen

Anmerkungen
1 Il “malcontento del fegato” è una descrizione del fatto che, in senso esoterico, tutte le esperienze inconsce, gli stati d’animo e le impressioni, sono immagazzinati negli organi e, a seconda della costituzione degli organi, si riflettono nella coscienza o nel sistema nervoso.
2 Nella sua conferenza del 1913 a Praga, Rudolf Steiner parlò della necessità di ampliare il proprio concetto di Dio: “Si dovrebbe cercare di approfondire il proprio concetto di Dio, si potrebbe anche dire: di elevarlo. Ogni concetto di Dio si avvicina soltanto a Dio, nessuno lo può comprendere. Si parla di panteismo e teismo, ad esempio, come se l’uno escludesse l’altro; in realtà, però, si è entrambi, perché di giorno l’uomo è panteista, di notte più teista. Panteismo significa, sperimentare attivamente la divinità nel mondo. Nel teismo, si sperimenta la divinità che veglia sul mondo, come in un sonno chiaroveggente. Non si può fare affidamento sulle prove, ma “chi si sforza, può essere redento”. È importante soltanto che non si vuole stare fermi, che si vuole andare oltre ogni punto di vista. La verità è sì una, ma è molteplice nelle sue rivelazioni”.
(Rudolf Steiner, Tod un Unsterblichkeit im Lichte der Geisteswissenschaft, O.O.69d, pagg. 350)

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